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AYURVEDA E I DOSHA

Si chiama ayurveda, è una tradizione che cura il corpo e la mente e parte da un semplice presupposto: l'uomo deriva da una composizione di 5 elementi da cui si generano tre tipi di energie che formano i dosha
L'ayurveda e i suoi dosha


Torniamo indietro di 5000 anni e tuffiamoci nei testi sacri dell'induismo: lì troviamo i principi della medicina ayurvedica, secondo cui gli individui sono distinti in tre dosha, precise tipologie anatomiche e caratteriali. Scopriamo più a fondo di cosa si tratta.


Le origini della medicina ayurvedica
Le origini della medicina ayurvedica risalgono a 5000 anni fa e i suoi principi vanno rintracciati nei Veda, testi sacri dell'induismo, scienza spirituale sottoforma di libri. In particolare, nell'Atharva-Veda si trovano nozioni di anatomia e numerosi riferimenti a vari disturbi e alle possibili terapie per la cura. La medicina ayurvedica ha comunque i suoi testi sacri, che sono pietre miliari come il Charaka Samhita e il Sushhruta Samhita, risalenti al 200 e al 300 a.C. all'incirca.
La medicina ayurvedica originariamente veniva intesa come un dono degli dei. Brahma, fattore primordiale nella creazione dell'universo, viene indicato come colui che ha creato l'Ayurveda. Questa conoscenza fu trasmessa ad altri dei come Daksha, Prajapati o gli Ashwin. Quindi Indra, re degli dei, ricevuto questo sapere, lo comunicò ai suoi discepoli, Atreya, Bharadwaja, Kashyapa e Dhanyantari che la trasmisero ai propri discepoli facendola giungere sulla terra nella forma dell'Ayurveda per servire l'umanità. Fu poi suddivisa in otto macroargomenti (come chirurgia generale, medicina interna, etc), per poterla studiare meglio.


I cinque elementi e i tre dosha dell'ayurveda
Secondo la medicina ayurvedica, tutto ciò che esiste è generato dall'interazione tra cinque elementi con specifiche funzioni: terra, acqua, fuoco, aria, etere. La terra (prithivi) corrisponde alle ossa; l'acqua (jala) si associa ai fluidi, ovvero sangue e linfa, e ai tessuti molli come il grasso; il fuoco (agni) corrisponde ai processi metabolici; l'aria (vayu) va associato ai sensi e all'attività fisica; l'etere (akhasa) rappresenta i nervi, le vene e le arterie.
Questi cinque elementi generano tre tipi di energie che governano le funzioni psicofisiche, emozionali e strutturali di ciascun individuo: i dosha. Se predominano vayu e akasha si ha Vata, responsabile dei fenomeni inerenti al sistema nervoso; Pitta è composto di tejas e jala e riguarda i processi ormonali e metabolici, Kapha è formato da jala e prithivi ed è responsabile della formazione dei tessuti nel corpo

Filosofia ayurvedica

Secondo la filosofia vedica Tutto è Uno e le stesse leggi governano sia l'infinitamente grande che l'infinitamente piccolo. Ogni cosa si ripete ai vari livelli e se studiamo ciò che accade nel corpo umano, a livello cellulare come nel suo insieme, possiamo comprendere come è strutturato l'universo e viceversa. Partendo da questo presupposto ogni aspetto dell'esistenza è di pari importanza e non si può prescindere da nessuno di essi. In principio era l'Assoluto, Brahma, Purusha, ciò che tutto racchiude, che decide di manifestarsi ed entra nel mondo dell'illusione, Maya. E’ attraverso la formulazione di questo desiderio che tutta la manifestazione si pone in essere; alla base stessa della manifestazione, infatti, c’è il desiderio, che è fondamento stesso del Il Brahma è al centro di ogni cosa e la vita è una ruota che si muove intorno ad Esso.
La manifestazione si palesa attraverso il he genera la vita, l'illusione; senza il movimento rimane l'Assoluto. Quando Purusha si manifesta in Prakruti, l'intelligenza cosmica crea il movimento che fa apparire il tempo e lo spazio. Il tempo è la vita, che è una ruota che si muove intorno al proprio asse.L’anima individuale è un frammento di Purusha cosmico e, perciò, è detta anch’essa Purusha. Solitamente per vita incarnata si intende quella umana ma tutti gli esseri possiedono una coscienza, anche se, a seconda del livello evolutivo, è più o meno limitata. La qualità della nostra coscienza dipende da Sattva, Rajas e Tamas, ciascuno dei quali prevale, di volta in volta, rispetto agli altri.Poiché la coscienza è onnipresente ogni pensiero influenza il mondo circostante quindi, come il cosmo è influenzato dal pensiero di tutti i suoi abitanti, così ogni nostro pensiero, oltre ad influenzare l’ambiente circostante, condiziona il nostro organismo. Per questo è molto importante avere dei pensieri positivi, che generano salute, e cercare il più possibile di allontanare da sé i pensieri nefasti, che portano in un vortice di negatività, e danno corpo alla malattia. Non appena ci si accorge di essere in un vortice negativo è necessario, con qualsiasi mezzo, interrompere la spirale, utilizzando la tecnica a ciascuno più congeniale; se spirito e mente sono in pace anche il corpo lo è. Se esiste un buono stato di salute fisica, è naturale arrivare ad avere un buono stato di salute mentale e spirituale, che influenza positivamente la famiglia, la comunità, la manifestazione stessa. Per creare queste condizioni di armonia è indispensabile avere una buona padronanza della mente. Attraverso di essa assolviamo ai nostri compiti nel mondo, comunichiamo con gli altri esseri, evolviamo nella nostra crescita spirituale, ma essa è anche la fonte di tutti i nostri dubbi, delle nostre perplessità, delle false costruzioni che rendono i nostri pensieri contorti e ingannevoli. Imparando a guidare la mente si possono controllare i pensieri, bloccandoli quando necessario, oppure dirigendoli verso ciò che più ci interessa.Secondo l’ayurveda, energia, mente e struttura sono i tre elementi interconnessi ed interdipendenti alla base della fisiologia. L’anima ha la propria sede nel cuore e da lì governa il corpo; il cervello è l’amministratore del corpo per conto dell’anima. Visto che, secondo la filosofia vedica, “il tutto è nel tutto”, anche ogni singola cellula deve essere considerata come un’anima, un centro. Respirando, il Prana, attraverso i vari canali, entra in ogni cellula e, in questo modo, stimola, nella cellula stessa, il ricordo della sua origine divina. Ecco così spiegata l’affermazione secondo cui tutti i livelli dell’esistenza sono interconnessi fra di loro e l’importanza, quindi, in ogni momento, di avere una visione d’insieme ricordando che ogni tipo di stimolazione va ad influenzare l’intero sistema corpo-mente-anima.Il principio fondamentale all’origine dell’universo è la Pura Coscienza, chiamata Purusha. Il Purusha è la base cosciente di tutte le manifestazioni, è l’essere non manifesto da cui tutto diviene e, nell’uomo, è l’origine cui egli deve tendere. Il mondo esterno, la manifestazione, deve esistere per dare al Purusha la possibilità di fare esperienza; il mondo, che è basato sull’intelligenza, funziona per mezzo della mente e segue un percorso naturale che riflette la Pura Coscienza. Il Purusha è la pura natura del Sé: non è l’essere incarnato ed è distinto dall’ego, Ahamkara, non è né corpo né mente, né materia sottile né materia grossolana, ma è la base attraverso cui essi possono operare. Prakruti, la Natura Primordiale, è la forma originale della materia, è l’essenza, il potenziale di tutto ciò che può apparire. Prakruti non è materia nel senso grossolano del termine ma nel senso di capacità di fare esperienza da parte della mente; è uno strumento per il Purusha, attraverso cui Egli si manifesta. Prakruti non ha coscienza propria e, per animarsi, ha bisogno delle facoltà del Purusha. Mahat, l’Intelligenza Cosmica, contiene in sé tutte le leggi ed i principi propri della manifestazione ed è la forma manifesta di Prakruti, modellata dalla volontà del Purusha. Mahat è la Mente Divinaper mezzo della quale nascono la parola divina, il tempo, lo spazio, ed i semi della differenziazione. Buddhi, corrispettivo, a livello individuale, di Mahat, è l’intelligenza dell’anima individuale. Buddhi è la facoltà essenziale attraverso cui si può scoprire la vera natura delle cose, il giusto dallo sbagliato, l’eterno dal transitorio. La principale via vedica della conoscenza passa attraverso l’armonizzazione tra Buddhi e Mahat; secondo l’ayurveda la causa principale della malattia è il cattivo funzionamento di Buddhi, non in armonia con Mahat perché influenzato da Ahamkara, l’ego, che porta a falsi giudizi e credenze, distorcendo la Verità. Ahamkara significa letteralmente “fabbricazione dell’io” ed è l’insieme di processi, di pensieri, attraverso cui si pone in essere la differenziazione. L’ego può essere, quindi, considerato, come la forza di divisione, indispensabile, inerente la natura; è ciò che permette all’anima di identificarsi in diversi corpi. Per mezzo di Ahamkara le energie basilari latenti nella materia, Prakruti, e le leggi fondamentali contenute in Mahat, prendono forma specifica. L’ego, attraverso i Triguna, soprassiede alla diversificazione delle qualità basilari della natura in tre gruppi di cinque (sensi, organi di azione ed elementi) e origina la mente: tutti strumenti che permettono all’individuo di operare nel mondo. Mentre Buddhi è l’aspetto della mente rivolto verso l’interno, Ahamkara è l’aspetto rivolto verso l’esterno; Buddhi rimane sotto il dominio dell’ego finché non si impara a meditare. Sotto l’influenza dell’ego, Prakurti, lo stato naturale delle cose, può diventare Vikurti, una condizione di malattia, di disturbo. Manas è la mente sensoriale, rivolta verso l’esterno, creata dall’ego. Manas, che dà origine ai cinque organi dei sensi ed ai cinque organi di azione, è il sesto organo di senso e di azione ed opera per coordinare entrambi: è considerata la centralina di comando dei sensi. Manas è il principio dell’emozione, della sensazione e dell’immaginazione e si forma attraverso le qualità di Satva, Rajas e Tamas (Triguna). I tre Guna sono le qualità latenti, sottili, che permeano ogni cosa donandole un’impronta unica, sono le energie per mezzo delle quali funziona la mente ma anche la coscienza più profonda. Essi si trovano ad un livello più profondo rispetto alle tre forze, dosha (energia, luce e materia), che interagiscono nella manifestazione a livello fisico. 

Secondo il Samkhya la mente e l’ego sono qualcosa di materiale, osservabile come oggetto, come lo sono le sensazioni e le emozioni. Attraverso il processo meditativo, si impara a spostare la consapevolezza dalla mente da tutti i suoi coinvolgimenti verso il Sé, la Pura Consapevolezza.

MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

INTRODUZIONE

Lo sviluppo e la diffusione della medicina tradizionale cinese sono legati al leggendario nome di Huangdi ( il famoso Imperatore Giallo), che nel libro classico “Huangdi neijing” (4°-3° secolo a.c.) la illustra e la descrive sotto forma di dialogo con il medico di corte Qi Bo.
Si tratta di una medicina globale, dialettica, basata sull’osservazione dalla relazione che intercorre tra uomo e natura. In questo trattato Qi Bo espone le leggi che regolano il cosmo, lo yin e lo yang, i 5 elementi (movimenti), le loro applicazioni nel campo della fisiologia, della patologia, della diagnosi, del trattamento e della prevenzione delle malattie e in particolare illustra la ricerca dello stato di salute e dell’equilibrio psicofisico.
L’osservazione attenta dell’ambiente circostante e delle influenze sullo stato di salute attraverso l’esperienza diretta, ha portato alla scoperta di medicamenti, alimenti, erbe, rituali e tecniche mediche rivolti soprattutto al mantenimento dello stato di salute e dell’equilibrio di ogni singolo individuo, alla prevenzione delle malattie e al trattamento delle stesse nel rispetto della globalità della persona.
Nel corso dell’evoluzione, questa medicina empirica, si è arricchita e confrontata con le diverse scuole filosofiche; in particolare il pensiero taoista e quello confuciano hanno dato l’impronta definitiva che ancora oggi caratterizza questa affascinante e misteriosa scienza medica: perciò per comprendere appieno questo tipo di scienza, sono fondamentali i concetti inerenti a yin e yang e ai 5 elementi.
Secondo la filosofia taoista cinese, l'intero cosmo é espressione di un principio fondamentale chiamato tao, origine, motore e fine di tutto cio' che esiste, onnipresente ma impercettibile e indefinibile. Tutto il creato e ogni essere vivente costituiscono emanazioni del dao(tao nella vecchia trascrizione), che si manifesta tramite l'azione di una forza di trasformazione e mutamento: il qi o soffio vitale, che alimenta ogni forma di vita, rappresenta la vibrazione vitale dell'universo e scorre incessantemente ovunque, in ogni aspetto della natura così come nell'uomo. Il qi si esprime tramite l'attività dinamica di due forze o polarità primordiali, lo yin e lo yang, opposti ma complementari.

Lo yin rappresenta l'aspetto femminile, passivo, ricettivo, interno, freddo, oscuro di ogni fenomeno o cosa; lo yang ne é l'aspetto maschile, positivo, creativo, esterno, caldo e luminoso. Le due polarità non corrispondono ad entità materiali, né possono esistere e agire separatamente, ma si completano e trasformano a vicenda in un continuo processo dinamico.

Ma l'universo è anche costituito da 5 elementi primordiali: il legno, il fuoco, il suolo, il metallo, l’acqua. Il legno, associato al colore verde, simbolizza la vegetazione che nasce dal suolo e si risveglia in primavera, che è detta essere stagione yin. Il fuoco comprende tutto ciò che brucia e sale: associato al rosso e all'estate, con la sua mobilità, la luminosità e il calore esprime lo yang per eccellenza. Poichè il suolo è l’elemento centrale, occupa anche il centro dei quattro punti cardinali e il suo breve periodo di dominio è tra l’estate e l’autunno. Il metallo, rigido e indeformabile, rappresenta la durezza e la fissazione, ma anche la stagione autunnale e quindi ancora degli elementi yang. L'acqua,che scende, ristagna, si infiltra ovunque, attirata verso il basso e l'oscurità è la massima espressione dello yin, il suo colore è il nero e tutti colori scuri e la stagione che la esprime è l'inverno.
I 5 elementi o movimenti (wuxing)non vanno intesi come sostanze passive e statiche, ma come forze dinamiche impegnate in una trasformazione ciclica; si trovano coinvolti in una relazione reciproca di "generazione" e "distruzione": ogni elemento viene generato dal precedente e dà origine al successivo.
La medicina tradizionale cinese nasce quindi come medicina rurale, con un linguaggio e una diffusione popolare e legata a concezioni filosofiche molto antiche. E’ una terapia olistica, cioè un tipo di cura che intende la malattia come la disfunzione di un’entità viva, normalmente dotata di armonia. Essa considera la mente e il corpo come un’unità, che non può essere separata, la diagnosi del medico cinese pone al centro la persona e considera quasi tutte le malattie croniche come manifestazioni di una particolare debolezza dell’individuo, sostenendo che non possa esistere uno stesso rimedio per curare due persone anche se apparentemente affette dalla stessa malattia. Egli farà una diagnosi precisa del tipo di squilibrio che ha colpito il paziente e poi deciderà una terapia volta a migliorare la sua condizione di salute generale, cioè il suo benessere a livello non soltanto fisico, ma anche mentale e spirituale.
Zhuangzi (grande maestro taoista del 4°secolo a.c.) diceva in proposito:


“La natura di ciascuno è diversa,
e lo sono le sue necessità.
Ecco perché i saggi di un tempo
non prescrivevano lo stesso rimedio
per tutti.”
Possiamo perciò dedurre che l’equilibrio dell’uomo consiste nei corretti rapporti tra mente e corpo, funzioni e strutture, pensieri ed azioni, riposo e attività, ecc. Quando invece un aspetto prevale o soccombe rispetto al suo contrario, si verifica la malattia.


LA DIAGNOSI 
Nell'esaminare un paziente, il medico cinese tiene conto delle cosiddette "otto regole", o criteri diagnostici che lo mettono in grado di formulare una prima classificazione dei sintomi rilevati. I segni di malattia sono suddivisi in otto quadri composti da quattro coppie di opposti: yin-yang; interno-esterno; freddo-caldo; vuoto-pienezza. La distinzione tra questi permette di comprendere le caratteristiche della malattia, differenziando un malato yin (freddo, immobile, senza sete, con respirazione debole e preferenza per il buio e la solitudine) da uno yang ( irrequieto, accaldato e assetato, con respirazione forte e predilezione per la luce e la compagnia ). Il criterio interno-esterno consente di determinare la direzione di sviluppo della malattia e la sua localizzazione superficiale o profonda. La distinzione freddo-caldo porta alla diagnosi dei disturbi da freddo o da calore. La distinzione vuoto-pienezza indica lo stato dell'energia essenziale dell'organismo e permette di diagnosticare un indebolimento delle riserve fisiologiche e una situazione di malattia cronica, oppure un'iperattività energetica.
La visita diagnostica si avvale poi di quattro tecniche successive, che i cinesi chiamano i "quattro esami": l'ispezione, l'ascolto e l'apprezzamento degli odori, la raccolta dell'anamnesi e la palpazione; l'insieme dei dati raccolti consente di determinare la causa e i caratteri delle malattie. Nella fase dell'ispezione il medico controlla l'aspetto generale del paziente, la costituzione e gli atteggiamenti, il colorito del viso, lo stato della lingua; segue poi l'ascolto dei suoni (voce e respirazione, ma anche tosse o singhiozzo) e la valutazione degli odori corporei (alito, sudorazione, escrementi). La fase dell'anamnesi prevede un interrogatorio per ricavare informazioni sulle sensazioni di freddo o di calore avvertite dal paziente, sulla sudorazione, sul tipo e sulla localizzazione dei dolori, sulla modalità di alimentazione, sul sonno, sul ciclo mestruale, ecc.
La quarta tecnica consiste nella palpazione di diverse parti del corpo e di vari punti dell'agopuntura, e nell'esame del polso. Il medico esplora con tre dita il polso del paziente in tre punti diversi, per studiare lo stato degli organi e dei visceri, dei meridiani e l'insieme della circolazione, dei riflessi a livello dell'arteria radiale; questa analisi offre l'opportunita' di valutare le condizioni energetiche generali, la sede della malattia e, secondo alcuni, anche la prognosi.


L’ANATOMIA 
Per quanto riguarda invece l'anatomia secondo la concezione cinese, il corpo umano è strutturato in cinque organi pieni (zang): cuore (xin), polmoni (fei), reni (shen), milza-pancreas (pi), fegato (gan) e cinque visceri cavi (fu): intestino crasso (dachang), stomaco (wei), intestino tenue(xiaochang), vescica (pangguang), cistifellea (dan), triplice riscaldatore (sanjiao); quest’ultimo è considerato il sesto viscere e non ha una sua struttura anatomica, ma è invece un viscere/funzione, in rapporto con tutti gli altri organi e visceri, che sono sotto la sua direzione/protezione.
Organi (yin) e visceri (yang) sono tra loro dipendenti e complementari e ciascuno di essi rappresenta un "insieme energetico" e ricopre specifiche funzioni che si allargano oltre a ciò che si conosce in occidente estendendosi anche alla sfera psichica; per esempio il fegato determina nell’individuo la capacità decisionale e strategica oltre ad avere implicazioni metaboliche e vascolari; il cuore, che comprende l’apparato cardiovascolare e l’encefalo, è la sede dello spirito vitale e permette all’individuo di essere cosciente di sé e di determinare il suo posto nell’universo determinando i corretti andamenti esistenziali; la milza guida le funzioni pancreatiche e il sistema linfatico, ma determina anche la capacità cogitativa e memorizzatrice essendo la sede del pensiero; il polmone, che governa l'insieme del sistema respiratorio e la funzione cutanea ( epidermide e peli ), è artefice della capacità introspettiva; infine il rene, oltre a regolare la funzione urinaria, quella endocrina delle ghiandole surrenali e delle gonadi, è sede della volontà e del vigore fisico.


LE VARIE FORME DI ENERGIA 
Il continuo e stretto legame di interdipendenza tra organi e visceri viene assicurato dall'energia che circola attraverso i meridiani e si distribuisce nel corpo secondo cicli definiti, dagli organi pieni ai visceri cavi, parte dalla periferia e parte dall'interno; lungo il tragitto dei meridiani emergono sulla superficie della pelle centinaia di punti particolari, ognuno in relazione diretta con un insieme di cellule, una funzione del corpo, un organo o un'emozione, e che possono essere stimolati con l'agopuntura. L’energia quindi è un altro aspetto fondamentale della concezione medica tradizionale cinese: è quell’aspetto universale che permette l’esistenza stessa delle cose e degli uomini e si manifesta in svariati modi.
Nell’uomo esistono diversi tipi di energie che si differenziano innanzi tutto per la loro consistenza. L’energia impalpabile è il qi, prodotto da milza e polmoni, lasciata scorrere dal fegato ed impiegata dall’organismo per adempire le varie funzioni. E’ un’energia dinamica, accelleratrice, onnipresente.
La seconda forma di energia è rappresentata dai liquidi organici (jinye) che permettono lo scorrimento del qi e l’umidificazione delle strutture, essi sono prodotti dallo stomaco e vengono a far parte della terza e consistente forma di energia: il sangue (xue). Questa forma è pesante, densa e nutriente, è prodotta dalla milza e dal rene, è veicolata dal cuore e custodisce il feto.
Dal punto di vista patologico, tutte e tre le forme di energia soffrono di deficienza, causata da scarsa produzione e da eccessivo consumo o perdita. Invece dal punto di vista puramente didattico, il qi possiede molte sfaccettature e viene diviso in: qi ancestrale o genetico (zongqi) elargito dai genitori al momento del concepimento, qi originale (yuanqi), qi essenziale (jingqi), qi legato alla fitogenesi (yuanqi), qi ambientale che deriva dall’ambiente e dagli organi riproduttivi dei genitori (jingqi) e da un tipo di qi ereditario, legato sia alle caratteristiche mentali e affettive dell’individuo, sia alle sue predisposizioni spirituali al momento della nascita (shenqi). L’unione delle varie forme di qi costituisce il qi corretto (zhenqi) che scorre incessantemente attraverso invisibili linee chiamate canali energetici o meridiani (jingluo).
Tale rete circolatoria non è visibile, tuttavia molteplici sperimentazioni e soprattutto l'esperienza clinica millenaria ci forniscono prove sufficienti sulla sua esistenza. I meridiani hanno un decorso spesso sovrapponibile a quello dei nervi e dei vasi sanguigni; leggendo questo fenomeno con la logica yin - yang ne risulta che il sistema di conduzione yin corrisponde al sangue e ai vasi sanguigni; il sistema di conduzione intermedio corrisponde alle vie nervose e il sistema di conduzione yang ai meridiani.
L’insieme dei meridiani è composto da 12 meridiani principali (jingmai), 8 meridiani curiosi (qijingmai), 15 meridiani longitudinali (bieluomai), 12 meridiani trasversali (luomai), 12 meridiani istinti (jingbiemai), 12meridiani tendino-muscolari (jingjinmai) e 12 zone cutanee (pibu). I meridiani sono quindi in relazione con l'esterno e regolano il rapporto con l'ambiente garantendo quell'unità uomo - cosmo per cui le leggi che regolano l'universo improntano anche la fisiologia umana. Ad ogni meridiano, correlato con visceri e organi, corrispondono i 5 elementi: al legno corrispondono i meridiani di fegato, al fuoco quelli di cuore e intestino tenue, al suolo quelli di milza e stomaco, al metallo, polmone e grosso intestino, all'acqua, rene e vescica.

Accanto al qi originario ci sono anche due energie fondamentali assimilabili dall'ambiente esterno: l'energia respiratoria, assorbita tramite l'ossigeno presente nell'aria, e l'energia alimentare, ricavata dal cibo consumato. Queste due forme di energia sono continuamente reintegrabili; per il mantenimento della salute è quindi indispensabile prestare attenzione alla qualità dell'alimentazione e allo svolgimento di esercizi respiratori. Un buon equilibrio energetico yin e yang quindi, garantisce armonia e benessere psicofisico; qualsiasi alterazione nella distribuzione del qi comporta un indebolimento delle capacità difensive e l'insorgenza di una patologia. L'equilibrio energetico può essere aggredito da diversi fattori esterni (i fenomeni climatici stagionali, le epidemie, i traumi, le punture e i morsi di animali) o interni (gli squilibri emotivi, gli errori alimentari e le cattive abitudini di vita).


L’ENERGIA E GLI ALIMENTI
Per quanto riguarda l’energia alimentare possiamo dire che essa viene trasferita all’uomo nel momento dell’assimilazione, ed è un’energia specifica che si evidenzia nel potere vitale (o jing), nel sapore, nella natura, nella tendenza, nell’odore e nel colore, tutti fattori che interagiscono con l’energia individuale e la modificano. Queste modificazioni sono materia di studio della dietetica e della medicina tradizionale cinese, e sono piuttosto varie poiché vengono relazionate non solo con le energie specifiche d ciascun alimento, ma anche con l’età ed alcuni eventi fisiologici e patologici della vita dell’individuo, con il periodo stagionale, con i sistemi di coltivazione adottati, ecc.
Quello che può chiarire maggiormente l’argomento si riferisce alla natura dell’alimento. Infatti, se un’individuo tendenzialmente portato a soffrire il caldo, a soffrire di ipertensione, di insonnia e di agitazione (sintomi che riconducono alla mente l’immagine del fuoco), assume alimenti di natura calda o tiepida, potrebbe incorrere in gravi evenienze patologiche, mentre verrebbe notevolmente sollevato dall’assunzione di alimenti che posseggono una natura fredda o fresca (che potrebbero “spegnere” o “placare” il fuoco che brucia l’individuo). Si può quindi affermare che molti errori alimentari vengono commessi proprio quando le caratteristiche soggettive sono disarmoniche rispetto a quelle dei cibi assunti; ed è evidente che una persona è dietologicamente equilibrata e portata a vivere a lungo se fa entrare in sintonia il suo corpo con gli alimenti, mentre è dietologicamente minacciato quell’individuo che è in disaccordo con gli alimenti che assume.
La prima caratteristica degli alimenti è il potere vitale o principio attivo (jing); essa è una potenzialità energetica che fa in modo che l’alimento entri a far parte dell’individuo che lo ha assunto e infonda in lui l’energia vitale che gli deriva dalla terra, dall’acqua, dal sole. Il jing è però è assai debole e poco resistente nel tempo, perciò se l'alimento viene colto e subito consumato, ha sicuramente un jing più forte che se cotto e conservato a lungo. E’ raccomandabile, infatti, sia nella dietetica tradizionale sia in quella cinese, che gli alimenti vengano consumati crudi e appena colti e, se debbono essere cotti per forza, che la cottura sia breve e molto curata. Gli alimenti, infatti, possono subire vari tipi di trattamenti durante la cottura: l’arrostimento ( uso del fuoco ), la lessatura ( uso dell’acqua e del fuoco ), la cottura a vapore, la frittura ( uso di fuoco e olio ). Anche gli alimenti conservati sono molto diffusi, ma poco raccomandabili sia perché contengono poco jing sia perché i metodi di conservazione alterano le sue caratteristiche originarie. Gli alimenti che provocano le minori alterazioni sono quelli surgelati, tuttavia il quantitativo di jing viene notevolmente impoverito.
La seconda caratteristica è data dal sapore (wei) che, oltre a riferirsi a quella sensazione gustativa innescata dall’assunzione dell’alimento, si riferisce ad una carica energetica specifica che modifica le strutture, l’energia e le funzioni dell’individuo. I sapori sono cinque più due accessori e sono divisi in sapori yang e yin. I primi hanno la capacità di indurre l’energia a velocizzarsi, ad esteriorizzarsi e a salire verso l’alto, mentre quelli yin hanno la capacità di indurre i movimenti opposti. Ogni sapore è legato ad uno dei 5 elementi: al xin il sapore acre, al suan quello acido, al gan il dolce, il ku l’amaro, il xian il salato.
La terza caratteristica è la natura, cioè la capacità di un alimento di agire sul dinamismo energetico dell’individuo. Anche le nature sono cinque e divise in nature yang, calde e tiepide (con capacità ipertoniche ed acceleranti), e yin, fredde o fresche (con capacità opposte). Il non appartenere a nessuna delle quattro, dà origine alla natura neutra, che è armonizzante, inerte e tonificante.
La quarta caratteristica degli alimenti è la tendenza, che si riferisce alla capacità di indurre le proprie peculiarità energetiche a dirigersi nelle quattro direzioni: alto, basso, esterno e interno; per esempio un alimento che induca l’innalzamento, fa in modo che le sue caratteristiche raggiungano la parti superiori del corpo, mentre un alimento che le fa abbassare, induce queste a raggiungere le parti inferiori, così come un alimento interiorizzante fa sì che le proprie caratteristiche raggiungano l’interno, mentre uno esteriorizzante fa sì che raggiungano la cute.
La quinta caratteristica è il tropismo per i canali energetici, che si riferisce alla capacità di un alimento di far sì che le sue peculiarità energetiche si dirigano verso un meridiano energetico particolare o verso più meridiani.Questa caratteristica fa in modo che gli alimenti possano essere scelti in funzione di ottenere effetti energetici mirati a precisi distretti e funzioni.
Le altre due caratteristiche sono il colore e l’odore, ma sono d’importanza marginale e quindi scarsamente approfondite.
L’uso degli alimenti come terapia contro le malattie e come prevenzione di esse è quindi una pratica molto diffusa nella medicina tradizionale cinese e viene sempre abbinata a pratiche terapeutiche più rapide ed efficaci come l’agopuntura, il massaggio, la moxibustione e la farmacologia. Questo perché la forza terapeutica degli alimenti è limitata e agisce in tempi assai lunghi; per questo motivo l’uso degli alimenti a fini terapeutici si pone l’obiettivo di mantere, nel tempo, i risultati conseguiti con le pratiche più potenti elencate sopra.

Il Maestro Shizuto Masunaga

Nasce nel Giugno del 1925 a Kurè.
Nel 1930 la famiglia Masunaga lascia la provincia di Hiroshima per trasferirsi a Tokyo.
Nella formazione di Masunaga legata allo shiatsu, hanno grande rilievo i genitori, che intrattenevano rapporti con i Maestri Shiatsu dell’epoca; in particolar modo la madre, shiatsuka, con la quale Masunaga acquisisce tecniche nei diversi corsi di shiatsu.
Si laurea nel 1949 in psicologia, presso la Facoltà di lettere di Tokyo. Segue il suo percorso professionale di shiatsu, proseguendo negli studi dei testi antichi.
Studia con il Maestro Namikoshi e nel 1959 entra come insegnante nella facoltà di Psicologia Clinica alla scuola Shiatsu di Namikoshi, ruolo che ricoprirà per una decina d’anni.
Continua la sua incessante ricerca, con un lavoro su testi ma fondamentalmente con un lavoro sulla percezione; la sua sensibilità non comune lo porterà a dare una direzione netta alla sua ricerca, portando un forte spirito di cambiamento a quello che era stato lo shiatsu sino a quel momento.
Nel 1960 fonda l'associazione Iokai.
Nel 1965 pubblica “Zen Shiatsu”, successivamente “Zen per immagini”.
Nel 1968 si stacca da Namikoshi e fonda l’istituto Iokai Shiatsu Kenkiusho, portando l’insegnamento non solo nella sua sede ma oltre i confini del Giappone: Europa, Stati Uniti, Canada, Corea, Hawai, Hong Kong.
Nel 1980 viene eletto Consigliere alla Società Giapponese di medicina Orientale.
Nel 1981 muore all’età di 57 anni.
Nel 2007 viene pubblicato , postumo “Manuale di Sesshin”.


In base alle caratteristiche fondamentali del lavoro di Masunaga, credo che si possa parlare dello suo shiatsu come “arricchimento” “evoluzione e “rivoluzione” .
Masunaga diede allo shiatsu una connotazione fortemente legata alle tradizioni orientali, da un punto di vista culturale, filosofico, in particolar modo alla tradizione Zen. Contribuì, con elementi di psicologia moderna, a rendere il suo shiatsu, unico ed originale, trovando relazioni tra il sistema dei meridiani e gli aspetti mentali. Masunaga, proponeva, come nella tradizione del modello giapponese, la considerazione dell’individuo nella sua interezza, superando la visione dell’essere unicamente in relazione al suo disturbo o alla sua malattia ma in relazione alla sua totalità di struttura energetica, fisica, psichica, legata al movimento del ki.
Non mancò di considerare anche l’elemento spirituale dell’operatore, la sua crescita e trasformazione; vivere lo zen shiatsu come percorso di una via, mettendo attenzione all’atteggiamento mentale, il modo di porsi, favorendo un processo di cambiamento interiore. Coltivare se stessi, mettersi nella disposizione del “vuoto” per entrare in contatto profondo con l’energia del ricevente. “Lo Zen si propone fondamentalmente il raggiungimento dell’illuminazione totale attraverso la scoperta del proprio Sé. … la comprensione può essere raggiunta attraverso la meditazione, però indipendentemente dal pensiero. La stessa cosa vale per lo shiatsu. Inizia con la pressione digitale, però è difficile spiegare perché la pressione del punto curi la malattia. Sia nello Zen che nello shiatsu abbiamo a che fare con fenomeni che non possono essere spiegati razionalmente, ma dei quali l’organismo vivo si rende conto in modo diretto”. “Lo shiatsu può rappresentare un mezzo per stabilire rapporti umani migliori, che sono essenziali per la buona salute.”
Il “sistema dei meridiani” (ossia l’estensione dei canali energetici) segnalato nella sua mappa dei meridiani, pubblicata nel 1970, (con versione definitiva nel 1977) all’epoca suscitò non poche perplessità perché i meridiani di riferimento fin ad allora erano quelli degli agopuntori; Masunaga estende ogni percorso del singolo meridiano su tutto il corpo: “Ho riscontrato la presenza di 12 meridiani negli arti inferiori e altrettanti negli arti superiori. Il trattamento di questi meridiani ha fornito risultati migliori di quelli registrati in passato
Introduce in maniera più dettagliata specifica un legame con le funzioni dei meridiani e l’aspetto psicologico. “Attraverso il contatto cutaneo il malessere psichico e il disagio emozionale vengono avvertiti per via diretta. Quindi mediante lo shiatsu il malessere psichico e l’abnorme funzionamento della mente e del corpo possono essere trasmessi da paziente a terapista e viceversa… la sensazione prodotta dalla pressione esercitata dal terapista può rendere il paziente consapevole del proprio potere autorisanatore naturale

Il Maestro Masunaga 2

Introduce una lettura più legata al sistema dei meridiani intesa come lettura della completa struttura energetica dell’individuo “Per agire attraverso i meridiani e gli tsubo dobbiamo captare la vita interiore. La malattia viene curata dalla vita stessa. La convinzione che è possibile curare la malattia con la vita ha valore essenziale”
Sottolinea il concetto di hara, fondamento della cultura giapponese, lavorando sulle aree di diagnosi che indica sia sull’addome sia sulla schiena, attraverso la tecnica della setsu shin dell’addome (diagnosi attraverso l’ascolto), e la pratica dell’ampuku-terapia (trattamento di riequilibrio energetico sulle aree di diagnosi).


Fino ad allora il metodo diagnostico più utilizzato dagli agopuntori era quello dell’ascolto dei polsi. Masunaga evidenzia nella sua mappa tutte le 12 aree energetiche legate ai 12 meridiani, sia nella parte anteriore del corpo che in quella posteriore. “Nella diagnosi orientale la simpatia e la compassione per il paziente sono importantissime… la diagnosi mediante il tatto offre la possibilità di avvertire la sofferenza del paziente. In altri termini noi non trattiamo la malattia del paziente, ma condividiamo le sue sofferenze”.
Sottolinea il concetto di hara in relazione alla pressione, dove l’effetto della pressione del praticante è dato dal suo hara, dal peso del corpo e non dalla forza muscolare. “La concentrazione a partire dall’addome e il rilassamento dell’intero corpo sono naturali. Tutta la cultura giapponese è basata su questo principio. … non dobbiamo concentrarci sulla tecnica digitale ma imparare a percepire l’energia che fluisce dentro di noi”
I principi di kyo e jitsu come diagnosi energetica e la relativa tecnica di normalizzazione: tonificazione e sedazione “Quando fate la diagnosi non cercate una malattia specifica, e quando curate il paziente non trattate la malattia ma migliorate la sua vita operando dalle radici del suo essere”
Lavoro di diagnosi sui meridiani attraverso le estensioni degli arti. Masunaga adotta delle estensioni precise per superficializzare i meridiani e poterne fare considerazioni in termini di kyo e jitsu. “Nello shiatsu il metodo migliore per conoscere le condizioni del paziente è la diagnosi attraverso i meridiani. …lo shiatsu prende in considerazione le alterazioni funzionali totali in termini di meridiani”
L’utilizzo delle tecniche attraverso i kata. Masunaga basa il suo shiatsu sul kata, che è una forma all’interno della quale vengono trattati in sequenza tutti i meridiani. Il metodo della ripetizione dei kata consente una padronanza dei movimenti e di conseguenza una maggior predisposizione all’ascolto.
Il lavoro a due mani: mano madre e mano figlia; una mano in ascolto, che sostiene, l’altra mano che lavora e porta la tecnica. “Quando nello shiatsu bi-manuale concentrate tutta la vostra energia nel vostro addome il paziente nel profondo del suo essere si sente unito a voi”
Praticare in totale unità con il proprio ricevente “Sentire la vita è diventare una cosa sola col tutto. La vita è sensazione di unità. Il termine –unità in questa accezione significa stato di incoscienza. Non è soltanto una parola. E’ simpatia vitale”
Ciclo di vita dell’ameba; Masunaga elaborò questa teoria partendo dalla sequenza dei meridiani, legandola non più ai cicli della giornata,(come nell’orologio cinese) ma al ciclo dell’intera vita. Per esemplificare questo concetto prese riferimento un essere unicellulare, legando ognuno dei sei stadi a due meridiani.


Masunaga definiva il suo lavoro “shiatsu dei meridiani”. L’idea di definirlo “Zen Shiatsu” gli venne per la traduzione del suo libro in lingua inglese. Non sapeva come definire questo shiatsu e gli sembrò appropriato utilizzare il termine Zen per indicare che alla base del libro c’erano filosofia e cultura ben precise.
Lo shiatsu di Masunaga ha avuto larga diffusione in occidente, maggiore dello shiatsu di Namikoshi.
Credo sia curioso segnalare che il significato degli ideogrammi del cognome Masunaga sia “Eternità che cresce”.

massaggio ayurvedico

Ayurveda significa “Scienza della vita”. La medicina ayurvedica, nata in India circa 3000 anni fa, si basa su una concezione “olistica” dell’uomo, che considera il corpo inscindibile dalla mente. Buone abitudini di vita, un’alimentazione sana ed il massaggio (visto come una sorta di “chirurgia” esercitata con le mani) sono ritenute fondamentali per la prevenzione delle malattie.
Il massaggio ayurvedico ha, quindi, antichissime origini indiane, le sue regole si trovano negli antichi testi che costituiscono la base della medicina ayurvedica: la Sushruta e la Charaka Samhita.
Il suo scopo principale è quello di ripristinare l’equilibrio dell’organismo e di mantene­re la salute fisica e mentale, è considerato un ottimo strumento per combattere lo stress ed un valido aiuto per la cura delle malattie, preserva le aree vitali del corpo (chiamate MARMA), mantenendole in ottime condizioni ed ha effetti di potenziamento sulle difese naturali.
Si può tranquillamente affermare che il massaggio ayurvedico rappresenta un sup­porto ideale da associare ad altri generi di cure di tipo alternativo o tradizionale.
Prima di una seduta è importante informare il massaggiatore delle proprie condizioni fisiche, è bene metterlo al corrente, per esempio, se si soffre di qualche disturbo cronico, se si è subito un intervento di recente, se negli ultimi tempi si è stati sottoposti ad ingessature. In generale, qualsiasi dettaglio, che influenzi il proprio stato di salute, può essergli di aiuto: per la personalizzazione del trattamento, per indicargli le zone che hanno un bisogno maggiore e affinché prenda tutte le accortezze necessarie al caso specifico.
La riuscita della seduta, che ha una durata di circa 60/80 minuti, è, sicuramente, favorita anche dalle condizioni e dall’ambiente in cui si opera.
Per favo­rire la distensione ed il rilassamento, indispensabili per lavorare sul corpo, non potranno mancare, durante un trattamento:
un ambiente calmo e tranquillo, adeguatamente riscaldato ed illuminato da una luce tenue;
la diffusione di incensi ed essenze profumate;
musiche rilassanti e mantra indiani (sono parole antiche considerate sacre, esse corrispondono a suo­ni che producono effetti distensivi sulla mente).
Il massaggio ayurvedico si avvale anche della “riflesso­logia plantare”, secondo questa tecnica, ogni punto della pianta del piede è collegato, tramite una terminazione nervosa, agli organi del corpo umano. Maneggiando in modo adeguato i punti esatti della pianta del piede si ottiene, di riflesso, un massaggio della zona corri­spondente del corpo, permettendo l’intervento anche su aree non raggiungi­bili manualmente, come per esempio gli organi inter­ni.
Elenchiamo di seguito le più importanti proprietà di questa antichissima arte di massaggio:
attivazione della circolazione sanguigna e linfati­ca, con un più facile nutrimento di tutti i tessuti;
azione benefica sulla colonna vertebrale;
effetti tonici sui muscoli;
conseguenze positive sullo stato psicologico della persona;
riequilibrio dei livelli ormonali;
miglioramento dell’interscambio dei fluidi corporei con una più semplice eliminazione delle tossine;
concreta azione sul sistema nervoso (è in grado di calmare o stimolare i nervi attraverso l’uso di tecniche diverse, è ottimo, quindi, per tutti i disturbi legati a tensione, ansia e nervosismo);
azioni positive su insonnia, emicrania, stanchezza e digestione;
efficace nelle slogature, contratture, distorsioni, tendiniti, stiramenti muscolari, edemi degli arti e crampi;
effetti benefici per le donne in gravidanza (aiuta per il mal di schiena e per la circolazione).
Il massaggio ayurvedico è controindicato quando un dolore o un’infiammazione è in fase acuta (in caso di strappi o distorsioni importanti si deve aspettare da ventiquattro a quarantotto ore prima di massaggiare la zona traumatizzata, per lasciare all’infiammazione il tempo di ridursi). Se si soffre di ipertensione o problemi di cuore il massaggio potrebbe essere indicato, ma è meglio prima consultare il medico; lo stesso vale in caso di flebiti o problemi circolatori particolarmente seri. Le ferite aperte non vanno mai massaggiate, evitare il massaggio anche se si soffre di micosi o di altre malattie cutanee infettive per eludere i rischi di contagio ad altre persone. In ogni caso, la regola fondamentale da tener presente è questa: se si soffre di disturbi particolari e non si è sicuri del beneficio del massaggio, chiedere il parere del proprio medico o di un massaggiatore professionista.

MAPPE DEI MERIDIANI M.T.C.

SHIATSU
I 12 MERIDIANI ENERGETICI PRINCIPALI SECONDO IL MASUNAGA:


http://www.studiohara.it/01-Shiatsu_masunaga.html

L’ENERGIA –QI-



“La nascita è una condensazione dell’Energia in Materia e la morte, una dispersione della Materia in Energia.”
Nell’Universo tutto è in un continuo stato di trasformazione e mutamento; che si rivolga la nostra attenzione al macrocosmo oppure al microcosmo, non possiamo non essere colpiti da come la vita stessa sia in continuo movimento. Sappiamo ad esempio che la Terra gira su se stessa dando luogo all’alternanza del giorno e della notte, e come giri anche attorno al Sole originando le stagioni. E come tutto il sistema solare si sposti a velocità incredibile verso una certa zona della galassia.
Se poi spostiamo la nostra attenzione dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, l’importanza delle trasformazioni non è meno impressionante.
La fisica c’insegna che ogni cosa è composta d’atomi, che all’interno degli atomi ci sono nuclei ed elettroni, che gli elettroni si muovono incessantemente in tutte le direzioni, e che anche nel nucleo c’è movimento vorticoso fra le varie particelle, dette subatomiche, che lo compongono.
Buddha, 2500 anni fa, affermò che tutto il mondo è composto di Kalapas, particelle notevolmente più piccole dell’atomo, che queste Kalapas sono in un continuo stato di trasformazione, e che nel breve lasso di tempo di un batter di ciglia, milioni di esse nascono e muoiono quasi contemporaneamente.
Questa forza del mutamento che sottende ogni forma di vita è chiamata dagli antichi Cinesi Qi. Questa parola andrebbe tradotta letteralmente con “Soffio”, ma è invalsa in Occidente l’abitudine di utilizzare il termine “Energia”, che pur rende bene l’idea del suo significato.
Qi è la grande forza che sottende alla vita: è la vita stessa. E’ la vibrazione dell’Universo nel suo manifestarsi. Nell’essere umano Qi è la forza vitale che scorre, continuamente ed incessantemente, per irrorare e nutrire ogni parte dell’organismo. Può essere paragonato all’acqua: la natura dell’acqua è di scorrere e d’essere presente in ogni luogo in cui si manifesta la vita.
In alcuni luoghi l’acqua è abbondante, come nei fiumi e nei mari; in altri scorre solo in profondità emergendo in superficie nelle sorgenti, in altri ancora la sua presenza è quasi impercettibile, come nei deserti o nell’atmosfera, ma è sempre in ogni caso presente là dove esiste la vita. Inoltre, per mantenersi pura e benefica deve scorrere, muoversi; se ristagna, imputridisce fino a diventare velenosa.
Lo stesso vale per l’Energia (Qi), sia in generale sia più specificatamente nell’essere umano, in cui deve diffondersi in ogni zona, in superficie come in profondità. L’Energia nel corpo umano, come l’acqua sulla Terra, avrà una maggiore o minore concentrazione. Come l’acqua scorre nei fiumi, così l’Energia scorre nel corpo umano lungo dei percorsi detti Jing Mai, letteralmente “Canali Energetici”.
Quando, per un qualsiasi motivo, questo libero scorre e fluire è ostacolato, rallentato o bloccato, avremo dei luoghi in cui si ha stagnazione ed accumulo d’energia, ed altri in cui questa sarà insufficiente. Si parlerà allora di turbe energetiche o, in termini occidentali, di malattia.
Questo è il concetto d’Energia presente nella MTC (Medicina Tradizionale Cinese); come abbiamo visto la sua essenza rimanda all’idea di movimento e di trasformazione, che può essere rappresentata come oscillazione fra due poli opposti a cui i Cinesi hanno dato il nome di Yin-Yang

Yin e Yang sono la legge del Cielo e della Terra, la grande intelaiatura d’ogni cosa, i genitori del mutamento, la radice e il principio della vita e della morte»
La vita si manifesta nella dualità. Dal momento in cui è concepito e pulsa nel ventre della madre, fino al momento in cui esala l’ultimo respiro per ritornare nel ventre della madre Terra, ogni essere vivente è nella dualità. Nel corso della vita sperimenta gioia e dolore, desiderio ed appagamento, azione e riposo, sofferenza e piacere, forza e debolezza, amore e odio. Nell’ambito di queste coppie, ogni singolo elemento non può esistere senza l’altro; nessuno può dire di aver sperimentato una vita di sola gioia o di solo dolore, né d’averla trascorsa in continua attività, senza mai riposarsi. Però nella vita possiamo cogliere un solo elemento per volta della realtà: o siamo nella gioia o nel dolore, proviamo desiderio o appagamento, agiamo o ci riposiamo. Questa impossibilità di cogliere la realtà nella sua interezza, questo perenne vagare e oscillare senza soddisfazione duratura, genera in noi sofferenza ed il desiderio di recuperare l’Unità, cioè il DAO.
Qualsiasi cosa esistente in natura, compreso l’universo è energia in continuo moto e perenne trasformazione. Il simbolo che riassume tutto il pensiero cinese è quello del Tai Ji, che significa "grande trave"," trace maestra" e cioè cardine dell’Universo, della vita.

Questo simbolo rappresenta il concetto di Yin e Yang e se opportunamente analizzato, contiene tutti gli elementi che caratterizzano la coppia Yin-Yang.

Il simbolo dà l’idea di una marea che sale e retrocede, di fusione del bianco nel nero e del nero nel bianco, d’unione nella contrapposizione e, naturalmente di movimento. Questa è l’essenza di Yin-Yang. Notiamo che al centro della zona nera abbiamo un punto bianco, ed al centro della zona bianca un punto nero, ad evidenziare come in ognuna delle parti sia contenuto il germe dell’altra.
Proprio come nel solstizio d’inverno, dove, sotto la neve, è già vivo il seme del rigoglio dell’estate. L’iscrizione delle due metà in un cerchio ci comunica inoltre l’idea di intima fusione dei due aspetti, che insieme costituiscono la totalità della vita.

DEFINIZIONE DI YIN-YANG



“Ti battezzo con l’acqua e con il fuoco”
Acqua e fuoco sono simboli Yin e Yang. Tutti i fenomeni della vita possono essere visti composti da un elemento Yin e da uno Yang. Questi rappresentano un raggruppamento della realtà in due categorie: ognuno di essi ha quindi determinati attributi che lo analizzeremo.
YIN è la recettività, lo stato d’inerzia e di potenzialità energetica, l’aspetto oscuro, profondo e misterioso. E’ simboleggiato dall’acqua, per la sua caratteristica di adattarsi ad ogni forma e contenitore.
YANG è l’attività, l’azione, l’espressione della potenzialità energetica, l’aspetto luminoso, superficiale e manifesto. E’ simboleggiato dal fuoco, per la sua natura di movimento incessante e verso l’alto, di leggerezza e d’instabilità.
In conformità a tale dicotomia tutti i fenomeni dell’Universo possono essere divisi in un aspetto Yin e in uno Yang, creando così un numero infinito di coppie d’opposti –complementari.



  
Di fatto, in ogni fenomeno possiamo distinguere un aspetto Yin ed uno Yang: ad esempio il giorno (luminoso, periodo d’attività, di movimento e d’azione) è Yang rispetto alla notte (buia, periodo di riposo, d’oscurità di raccoglimento) che sarà quindi Yin. E così l’estate, momento di massimo calore, sviluppo rigoglio della natura, sarà più Yang rispetto all’inverno, momento di massimo freddo e di stasi di tutti i processi vitali. Ed ancora l’uomo (con organi genitali esterni, più attivo fisicamente e con mente più analitica e razionale) sarà Yang mentre la donna (con organi genitali più interni, recettiva del seme maschile e più portata all’intuizione ed all’introversione) sarà più Yin. Allo stesso modo abbiamo tutte le altre coppi riportate nella tabella, e tutte quelle che ognuno di noi può sviluppare in conformità a questo schema.
Questo però non deve diventare una “gabbia” rigida in cui rinchiudere forzatamente la vita stessa. Gli schemi ed i modelli devono servire ad analizzare ed interpretare la vita; non è la vita che deve forzatamente rientrare negli schemi!
Ad esempio abbiamo detto che l’uomo è Yang rispetto alla donna, ma questo non significa per niente che non sia presente anche in lui l’elemento Yin, femminile, con intensità diversa da individuo ad individuo. Proprio perché Yin e Yang intesi in senso assoluto non possono esistere in presenza della vita.
Ad esempio la temperatura atmosferica cresce passando dall’inverno all’estate, ma giunta ad un certo grado inizia a scendere: se salisse indefinitamente la vita non sarebbe possibile. Così nello Yang vi è sempre compresente anche lo Yin, e viceversa, com’è ben espresso da quel puntino bianco all’interno del nero e da quel puntino nero all’interno del bianco nel simbolo del Tai Ji.
Per tener sempre ben presente questo fatto, dobbiamo pensare a Yin e Yang non come a due diversi fenomeni, ma come a due momenti diversi di un fenomeno unico. Nel tirare la freccia con l’arco avrò una fase di caricamento, Yin, ed una fase Yang d’espressione di tale potenziale quando la freccia scoccata parte verso il suo bersaglio. E allo stesso modo l’uomo e la donna, o più in generale il maschile e il femminile, rappresentano i due fattori necessari per generare la vita.

Gli aspetti fondamentali da considerare in riferimento a Yin-Yang sono: la complementarietà e l’opposizione, la relatività e la trasformazione. Vediamoli uno per uno

Complementarietà ed opposizione.
Tutto l’Universo si presenta come contrapposizione di due metà che, al tempo stesso, tendono l’una verso l’altra, allo stesso modo come il polo positivo di una calamita è attratto dal polo negativo, o come l’uomo è attratto dalla donna.
Da un lato sono chiaramente opposti e dall’altro sono inevitabilmente attratti.
Di solito è più facile per la nostra mentalità cogliere l’aspetto della contrapposizione che non quello della complementarietà, perché siamo abituati a dividere che non ad unire: una cosa o è bianca o è nera, o è buona o è cattiva.
Eppure, se ci soffermiamo a riflettere, non possiamo non vedere come l’uno sussista giacché esiste l’altro, e come in ognuno ci sia il germe dell’altro.

Relatività.
Nulla è Yin o Yang in senso assoluto, ma solo rispetto a qualcos’altro a cui è comparato. Diciamo, ad esempio, che l’uomo è Yang rispetto alla donna; ma l’uomo anziano è Yin rispetto a quello giovane, e d’altro canto una donna giovane sarà Yang rispetto ad un’anziana.

Trasformazione.
Yin e Yang si compenetrano e generano l’un l’altro continuamente, in un processo di continua trasformazione e mutamento. Lo Yin nasce, cresce, matura e nel suo punto massimo, si trasforma in Yang, ed il ciclo si ripete all’infinito, trasformandosi uno nell’altro. Dividere lo Yin dallo Yang è come tentare di fissare in una fotografia quel continum che è il processo dell’esistenza, quel dividere che non si ripete mai due volte nello stesso modo. Ecco perché nel Tai Ji, i due aspetti si compenetrano generando l’un l’altro quasi in un abbraccio. E’ dall’inverno che nasce la primavere, così come è nel massimo rigoglio dell’estate che ha inizio l’inverno. Il massimo dello Yin produrrà necessariamente lo Yang, ed il massimo dello Yang produrrà necessariamente lo Yin.
Abbiamo così un passaggio dal cambiamento in quantità (ad es. lo Yang che cresce) ad un cambiamento in qualità (lo Yang che diventa Yin).

I CINQUE MOVIMENTI.
Una delle caratteristiche del pensiero cinese è la capacità di essere nello stesso tempo sintetico ed analitico. Da un lato, infatti, tutti i fenomeni sono raggruppati nella dicotomia Yin-Yang, ma dall’altro lo Yin-Yang è poi suddiviso ed analizzato nelle sue varie manifestazioni. Si ritorna così a dividere e a distinguere dopo aver unificato, al fine di restituire alla vita l’unicità del momento presente.
Così la Terra, che rappresenta lo Yin, è scomposta in un aspetto Yin e in uno Yang e lo stesso avviene per il Cielo, che è Yang.
I Cinesi attribuivano tradizionalmente grande importanza ai numeri, sia come simboli rappresentanti la realtà che come forze agenti. Del resto anche in Occidente si sono sviluppate scuole filosofiche e spirituali basate sui numeri, basti pensare alla Cabala o alla Scuola pitagorica.
Il Qi si manifesta con l’Unicità del Dao, l’inesprimibile, per passare poi al Due, Yin –Yang, poiché la vita si manifesta nella dualità. Ma il Due genera il Tre: l'unione dell’uomo con la donna (Due) genera il figlio (Tre).
Il Tre rappresenta quindi la vita nella sua manifestazione più energetica e dinamica, e per questo motivo è considerato un numero molto Yang. La sua rappresentazione grafica è il triangolo, che dà un’idea di equilibrio instabile, di una pulsione verso il cambiamento. Il Tre << appartiene al cielo >>, come viene espresso dalle Triadi mistiche di molte religioni. Se il Tre rappresenta il Cielo, il numero che lo segue, il Quattro, rappresenta la Terra. La sua rappresentazione grafica, il quadrato, comunica l’idea di solidità, di compattezza; è la Terra divisibile e misurabile, rappresentata dai 4 punti cardinali. La sua struttura è così compatta da divenire inerte; per renderla vitale e dinamica al Quattro si aggiunge l’Uno per produrre il Cinque. Ai 4 punti cardinali si aggiunge il centro come polo di riferimento ed asse del suo movimento. Abbiamo così i 5 MOVIMENTI, espressione terrestre della dinamica Yin-Yang della vita.
Partendo dalla rappresentazione del Tai ji collochiamo lo Yang in alto e lo Yin in basso. Come già detto lo Yang tenderà a trasformarsi nel tempo nello Yin e viceversa.


In questo movimento fra i due poli estremi, possiamo individuare due momenti intermedi: uno nello Yang sta “entrando” dello Yin, ed un altro in cui nello Yin sta “entrando “ dello Yang. Avremo due fasi estreme, (massimo dello Yang e massimo dello Yin) e due fasi intermedie, indicate come “Yin nello Yang” e “Yang nello Yin”.
La rappresentazione del cerchio e del movimento delle Energie lungo la sua circonferenza, sottend4e l’idea di un centro di riferimento, di un asse attotno a cui si svolge la rotazione e che la rende possibile;




Esiste un altro modo di raffigurare i 5 Movimenti che è stato più frequentemente utilizzato nei testi Occidentali, dove la Terra viene proiettata dal centro alla periferia del cerchio, tra il Movimento Fuoco e quello Metallo.
Il Fuoco è il massimo dello Yang e si contrappone all’acqua, massimo dello Yin. Legno e Metallo sono fasi intermedie di passaggio fra i due estremi.

Legno: E’ la spinta della vita,il germoglio della pianta, l’erba tenera della primavera, la pulsione della crescita, l’essere umano dalla nascita all’adolescenza. Uno sviluppo prorompente, una freccia appena scoccata, la Primavera.

Fuoco: Il rigoglio della maturità, gli alberi carichi di frutti maturi,l’uomo adulto, la maturità del corpo e della mente, l’Estate.

Terra: L’equilibrio, i genitoria da cui i figli tornano sempre per avere conforto e consiglio nei momenti difficili della vita, la fonte interiore a cui attingere per andare avanti, il Centro, il passaggio da una stagione all’altra.

Metallo: La gestione delle risorse,la messa in riserva, l’utilizzo dei frutti del lavoro di una vita, il granaio pieno dopo la mietitura, la gestione ed amministrazione delle risorse, l’Autunno.

Acqua: La quiete che genera la vita, il seme sotto la neve, il silenzio che fa rumore, l’immobilità fertile, il freddo che nasconde eprotegge il calore, la tarda vecchiaia e la morte, l’Inverno.

Questi 5 Movimenti sono un critero di raggruppamento e di suddivisione di tutte le manifestazioni della vita. Ad ognuno di essi corrisponde un colore, una stagione, un sapore, un’emozione, un organo, e cos’ di seguito per ogni fenomeno.

               
Quindi ad ogni elemento sono associati sapori, emozioni ed anche una coppia formata da un Organo e un Viscere. Gli Organi sono Yin, in quanto più profondi e la loro funzione è di immagazzinare e conservare; i Visceri sono Yang perché sono più esterni e hanno la funzione di trasformare l’energia, trattenendo quella pura ed eliminando quella impura, sono quindi di passaggio.Abbiamo così 5 coppie Organo/Viscere che corrispondono a ciascun elemento. All’interno del movimento Fuoco vi è un eccezione, in fatti ad esso sono associati 2 Organi e 2 Visceri.

Quindi avremo 6 Organi Yin e 6 Visceri Yang ed ognuno di essi è caratterizzato da un canale energetico, detto Meridiano, che trasporta la sua energia in tutto il corpo seguendo un preciso tragitto. I Meridiani sono 12 e saranno Yang se hanno origine dai Visceri mentre saranno Yin se partono dagli Organi.


Questa Filosofia è alla base di tutte le Metodiche Olistiche (del tutt’uno)  che mirano a ristabilire l’equilibrio nell’uomo e ciò si verifica quando esso vive in sintonia con la natura, rispettando la legge del Dao e quindi dello Yin e dello Yang.
La malattia può  insorgere per svariati motivi. E’ fondamentale per esempio vivere seguendo le caratteristiche delle stagioni. In Estate, stagione associata al Fuoco, quando lo Yang è massimo e la natura è nel pieno del suo rigoglio, l’uomo dovrebbe esprimre le sue potenzialità. Al contrario in Inverno, stagione associata all Acqua, massimo dello Yin, inattività della natura, l’uomo  dovre custodire e inglobare le sue energie  in attesa di potrle nuovamente manifestare.
Se ciò non accade, si avrà la malattia che colpirà l’organo o il viscere che corrisponde alla stagione e quindi al movimento che non si è vissuto in sintonia.
La malattia è di conseguenza una manifestazione fisica di uno squilibrio energetico.  Le metodiche olistiche, in modo diverso agiranno tutte per riequilibrare il Qi e quindi per donare la salute.
Ma affinché questo stato di benessere duri il più allungo possibile, è necessario che il soggetto faccia un continuo lavoro d’introspezione e che capisca che l’origine di tutti i suoi mali è dentro di sé!



L’Agopuntura è sicuramente la metodica più antica tra quelle a noi note. Affidata a tutt’oggi a operatiri specializzati, si avvale di aghi chevengono opportunamente inseriti in dei punti, detti tsubo situati lungo il percorso dei meridiani.
Ogni tsubo ha una sua specifica collocazione ed una particolare funzione.
Un’altra metodica che, come l’agopuntura, fonda le sue radice nell’antico passato della Cina, è Lo Shiatsu.
Il termine Shiatsu  deriva dalla fusione da: “Shi” che vuol dire dito, e “atsu” che significa pressione.
Nella sua evoluzione lo Shiatsu si è distinto in due scuole : quella di Namikoshi e quella di Masunaga. Lo Shiatsu, per così dire, di Namikoshi, è una metodica più vicina alla nostra cultura occidentale in quanto va ad agire sui quattro fondamentali apparati e cioè  quello: nervoso; circolatorio; muscolare ed articolare.
Lo Shiatsu “di Masunaga”,  agisce invece sui meridiani e sugli tsubo,  sostituendo gli aghi dell’agopuntura, con la pressione dei pollici. Lo shiatsuca agirà quindi direttamente sul sistema energetico del ricevente, trattando zone anche lontane topograficamente da quelle dove il disturbo si è localizzato.
Qualunque sia la scuola che si fa divulgatrice di questa antica arte, per entrambe è fondamentale il contatto e la capacità di “ascoltare” .
In Cina lo studio degli alimenti, del loro potere energetico e dei loro possibili disequilibri è antico quanto lo studio e l’applicazione dell’agopuntura. La Dietetica Cinese studia il modo con cui ci si può curare alimentandosi.
Gli alimenti vengono classificati in base ai loro “sapori”.
I sapori sono cinque, come gli elementi che costituiscono l’intero mondo naturale, e a ciascuno corrispondono determinati organi:
Sapore agro-acido: stimola il legno, quindi il fegato e la vescica biliare, la vista, gli occhi, le unghie, i muscoli ecc.
Sapore amaro: stimola il fuoco e quindi il cuore, l’intestino tenue, il sangue ecc.
Sapore dolce: appartiene alla terra e quindi stimola la milza, lo stomaco, la bocca, il gusto ecc.
Sapore piccante: appartiene al metallo e quindi stimola i polmoni, l’intestino crasso, la pelle, i peli, l’odorato ecc
.
Sapore salato: è caratteristico dell’acqua e dunque stimola i reni, la vescica, le ossa, i denti, l’udito ecc.
Ogni sapore in quantità adeguata risulta tonico per l’organo corrispondente, mentre l’abuso o l’eccesso di un sapore nell’alimentazione nuoce all’energia del corpo e degli organi.
Ad ogni sapore è collegata una funzione farmacologica ben precisa, sperimentata nei secoli non solo dai medici e dagli studiosi di dietetica, ma anche sperimentata dal popolo cinese che ha saputo mettere a frutto la sua preziosa esperienza nella lotta contro le malattie. Non è sempre facile classificare un sapore. Purtroppo i cambiamenti dell’agricoltura, gli innesti, gli ibridi hanno spesso modificato il sapore di un cibo. Inoltre il concetto di sapore cinese è molto più sofisticato e più vicino alla nozione di attività farmacodinamica di una sostanza che non a quella di sapore puro e semplice. Ogni sapore, infatti, ha un’azione determinata e viceversa ogni cibo che empiricamente abbia una determinata azione viene classificato dalla dietetica cinese come dotato di quel sapore. Così se il piccante ha un’azione sudoripara, tutto ciò che presenta questa azione, verrà classificato come sapore piccante. Ecco perché
 la complessa classificazione di alimenti, frutto della millenaria cultura medica cinese, suddivide gli alimenti secondo caratteristiche che sembrano, alcune volte, le più lontane dalla realtà organolettiche dei cibi. La salute è uno stato di equilibrio che si può raggiungere solo se si conosce se stessi e le leggi che regolano la natura. Una corretta alimentazione ci garantisce l’introduzione di energia pura, che se accompagnata da tutti quegli atteggiamenti che rispecchiano nel nostro microcosmo il macrocosmo, faranno di noi individui sicuramente più forti e sani.